Manolina3 |
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Roma - Mai speculare sull'affetto dei padroni per i loro animali. Lo raccomanda la Corte di Cassazione che ha confermato la condanna ad un anno di reclusione e ad una multa di 400 euro per tentata estorsione nei confronti di una signora di Roma che, dopo aver ritrovato un cane smarrito per il quale era prevista una lauta ricompensa non precisata a chi lo trovava, aveva alzato la posta in gioco dopo essersi resa conto del forte legame affettivo che la padrona nutriva per il suo animale. F.D, non dandosi pace per la scomparsa del suo cagnolino, aveva affisso dei volantini, con i quali offriva una ingente ricompensa, non precisata, a chi lo avesse ritrovato. Venuta in possesso del cane, Kruna G. aveva chiesto alla legittima proprietaria prima 700 euro poi mille, pena la non restituzione, quando si era resa conto del forte legame lla padrona verso il suo cane. Per la Suprema Cortela minaccia di esercitare una sorta di diritto di ritenzione determina la consapevole ingiustizia del profitto con danno della persona punibile come tentata estorsione.
Per soldi si fa veramente di tutto, si colpisce la parte affettiva della persona: che schifo!
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