LA DISPLASIA DEL GOMITO, da www.retriever.it

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angyariel
view post Posted on 7/1/2011, 00:50




da www.retriever.it


La Displasia del gomito o ED (dall'inglese Elbow Dysplasia) è una malattia scheletrica del periodo dell'accrescimento del cane caratterizzata dal conseguente sviluppo di artrosi. Colpisce per la per lo più razze di taglia grande che superano da adulti i 20-25 Kg di peso.
Il termine displasia del gomito o ED indica uno sviluppo anomalo dell'articolazione del gomito che comporta lo sviluppo di artrosi indipendentemente dal problema specifico che ha colpito il comparto articolare. La sintomatologia di un soggetto colpito da ED è piuttosto varia, si va da una zoppia dell'arto interessato più o meno accentuata con un movimento del gomito aperto verso l'esterno, ad una immobilità totale dell'arto interessato (nei casi più gravi). L'animale cercherà di evitare di appoggiare l'arto tanto che una prolungata dolorabilità potrebbe far si che col passare del tempo si possa avere un atrofia muscolare dell'arto ed un rigonfiamento sulla parte offesa.
Numerosi studi hanno dimostrato che la displasia del gomito è una patologia ereditaria, anche se la componente ambientale, nutrizionale ed il rapido accrescimento, possono influire nello sviluppo della patologia.
La malattia è poligenica (come la displasia dell'anca), ossia, non è il frutto dell'espressione di un unico gene, ma della sommatoria o dell'interazione di più componenti geniche. Ad oggi non sono stati ancora identificati i geni portatori di questa importante malattia e l'unico modo di selezionare i cani per la riproduzione consiste nel controllarne il fenotipo (ciò che della malattia si rende manifesto), nella convinzione che i soggetti sani siano portatori di pochi geni della malattia, che i soggetti subclinici siano portatori di un numero maggiore di geni della malattia e che i soggetti che zoppicano o che hanno zoppicato nel corso della loro vita siano i portatori del maggior numero di geni della displasia del gomito.

È importante il controllo del maggior numero possibile di parenti e discendenti dei soggetti scelti per la riproduzione. I cani che manifestano la malattia nel corso della loro vita zoppicando sono solo una piccola percentuale dei cani in realtà affetti ma che non manifestano i sintomi della patologia.

È accertato che i cani di taglia grande, con un rapido accrescimento e con la capacità di assumere grandi quantità di cibo sono più esposti a queste patologie. Tale situazione è notevolmente peggiorata da diete energetiche, ricche di proteine, minerali e vitamine.
Studi sperimentali condotti da Olsson (1972) su giovani Alani hanno dimostrato che soggetti alimentati con una dieta bilanciata ma assunta in quantità eccessiva, oppure con diete fortemente integrate di calcio (3,3% della sostanza secca), hanno presentato una netta maggior incidenza rispetto a cani alimentati in modo più razionale.
La spiegazione è da ricercare nella disarmonia di sviluppo che nei cani a rapida crescita viene ulteriormente accentuata dall'alimentazione troppo spinta.
Bisogna inoltre tener conto del rimodellamento (cambiamenti di forma) che il segmento radio-ulnare subisce durante lo sviluppo del giovane cane. Basti pensare che all'età di 5-6 mesi il diametro dell'ulna nella parte distale (inferiore) è notevolmente superiore a quello del radio, mentre nel cane a fine sviluppo i rapporti sono esattamente il contrario. Questi rimodellamenti possono notevolmente essere influenzati dall'alimentazione.
A partire dal 1989 in seguito ad un accordo tra WSAVA (World Small Animal Veterinary Associations), IEWG (International Elbow Working Group) e FCI (Federazione Cinologica Internazionale) si è dato inizio ad un programma di controllo della displasia del gomito proponendo uno schema di prevenzione e ricerca a livello internazionale.
La valutazione delle radiografie è effettuata in modo da raccogliere dati accessibili a ricercatori ed allevatori al fine di selezionare gli esemplari più adatti a migliorare la razza. Lo screening radiografico deve essere effettuato con metodica standardizzata a non meno di 12 mesi di età su entrambi i gomiti. Il cane deve essere opportunamente identificato e le radiografie corrispondenti corredate di giudizio devono anch'esse essere identificate e archiviate per almeno 10 anni.
Le organizzazioni che effettuano i controlli ufficiali sono svariate, in Italia: la FSA e A.I.V.P.A. con le loro Centrali di Lettura ufficiali; nel mondo OFA e BVA sono tra le più importanti.


Le principali lesioni primarie sono:



FCP o Frammentazione del processo coronoideo mediale dell'ulna

La frammentazione del processo coronoideo mediale dell'ulna o FCP (dall'inglese Fragmented Coronoid Process) è stata segnalata per la prima volta nel 1974 da Olsson e Tirgari separatamente.
E' dovuta ad un rallentamento di crescita del radio rispetto all'ulna e l'incongruenza articolare che si instaura fa si che il carico, che normalmente è distribuito su tutta la superficie articolare, viene spostato quasi totalmente sul condilo mediale dell'omero e sul processo coronoideo mediale dell'ulna il quale dapprima si indebolisce e poi si frammenta. I sintomi clinici, l'età dell'insorgenza e la razza possono indirizzare verso una diagnosi presunta della patologia che deve essere confermata dall'esame radiologico.



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UAP o Mancata unione del processo anconeo dell'ulna


La mancata unione del processo anconeo dell'ulna o UAP (dall'inglese Ununited Anconeal Process), tale termine è preferito al termine distacco per le caratteristiche anatomiche particolari del processo anconeo che nelle razze di grande taglia origina da un centro di ossificazione separato, che essendo cartilagineo non è visibile radiologicamente prima dei 2,5 mesi, ma si rende evidente verso i 3,5 - 4 mesi, fondendosi con l'ulna a 4,5 - 5,5 mesi. Nei casi patologici il processo anconeo non si salda creando nell'articolazione l'artrosi. Da studi eseguiti in Svezia con la collaborazione del Kennel Club svedese e dell'Università di Upsala risulta evidente che esiste in alcune razze canine una predisposizione genetica alla displasia del gomito con conseguente sviluppo di artrosi.



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OCD o Osteocondrite dissecante del comparto mediale del condilo omerale


L'osteocondrite dissecante del comparto mediale del condilo omerale o OCD (dal latino Osteocondritis Dissecans) é stata segnalata per la prima volta nel 1974 da Olsson e consiste nel distacco completo o incompleto di un lembo di cartilagine dalla superficie articolare del condilo mediale dell'omero. Tale lembo cartilagineo provoca nel giro di poco tempo un'artrosi secondaria che invalida l'articolazione.
I sintomi sono dati da un'andatura rigida a freddo che si trasforma in zoppia quando l'animale si stanca. In stazione spesso l'animale tiene l'arto sollevato. La patologia è spesso bilaterale.
La diagnosi necessita dell'esame radiologico.



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INC o Incongruenza articolare

Sia il ritardo di crescita dell'ulna rispetto al radio, che favorisce la mancata unione del processo anconeo per la pressione esercitata dal radio, maggiormente sviluppato, sul condilo omerale che si trasmette poi sullo stesso processo anconeo. Sia, viceversa, un ritardo di crescita del radio rispetto all'ulna, che può favorire la frammentazione del processo coronoideo per la concentrazione delle forze di carico dell'omero sullo stesso processo coronoideo. Entrambe queste lesioni portano inevitabilmente ad instabilità e/o incongruenza articolare e successivamente ad artrosi.


La classificazione prevede 3 gradi di malattia (I, II e III) ed un grado di normalità (grado 0). Maggiore è l'artrosi e maggiore sarà il grado di ED. Lo studio radiografico, da effettuarsi in narcosi (può essere eseguito in concomitanza con lo screening per la displasia dell'anca), prevede l'esecuzione di almeno una radiografia in proiezione mediolaterale flessa a 45 gradi per ogni gomito (proiezione necessaria per evidenziare con precisione le alterazioni artrosiche in corrispondenza del processo anconeo dell'ulna). Il grado finale di displasia del gomito del soggetto esaminato è dato dal massimo grado di displasia di uno dei due gomiti. Significa che in caso di grado III del gomito destro e di grado 0 del gomito sinistro, il cane viene giudicato come ED di grado III. Il grado 0, con nessun segno di artrosi, è quello indicato per la riproduzione, è ammessa, con cautela, anche per il grado I, quello con l'artrosi più lieve. In quest'ultimo caso l'eventuale accoppiamento deve avvenire solo con un soggetto con artrosi di grado 0. I due rimanenti gradi (II e III), con artrosi da significativa a grave, non sono invece MAI INDICATI PER LA RIPRODUZIONE. Il risultato definitivo è accreditato a livello internazionale e ciò può consentire gli scambi dei migliori soggetti per la riproduzione con gli altri paesi.
 
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